La calcolosi biliare è una malattia caratterizzata dalla presenza di calcoli nei dotti biliari o nella cistifellea (o colecisti). Questi calcoli si formano in seguito all’accrescimento dei componenti della bile che vanno a formare cristalli. Ciò avviene nella cistifellea, ma in seguito possono migrare distalmente in altre parti dei dotti biliari, come il dotto cistico, il dotto biliare comune, il dotto pancreatico o la papilla di Vater.
Solo in casi di grave infiammazione, i calcoli biliari possono erodere la parete della cistifellea e creare una fistola migrando nell’intestino, e causare un potenziale ostacolo chiamato ileo biliare.
La presenza di calcoli biliari nella cistifellea può portare a colecistite acuta, una condizione infiammatoria caratterizzata da ritenzione di bile nella cistifellea e spesso da una infezione secondaria da microrganismi intestinali prevalentemente E. coli, Klebsiella, Enterobacter e specie di Bacteroides.
La presenza di calcoli biliari nei dotti può causare l’ostruzione dei dotti biliari, che può portare a gravi condizioni come la colangite ascendente o la pancreatite. Ciascuna di queste due condizioni possono essere pericolose per la vita e sono quindi considerati emergenze mediche.
Il 75-80% dei calcoli della colecisti presentano colesterolo come componente base (“calcoli colesterinici”); solo nel 20% dei casi, le concentrazioni di colesterolo sono inferiori a un terzo e a prevalere sono invece quelle dei carbonati e fosfati di calcio – soprattutto bilirubinato di calcio – (“calcoli pigmentari”).
Manifestazioni cliniche
Forme asintomatiche. Nell’80% dei casi la semplice calcolosi biliare è asintomatica e tale può rimanere per diversi anni.
- Forme paucisintomatiche. Si caratterizzano per la comparsa di dispepsia post prandiale associata a lieve dolenzia in ipocondrio destro, eruttazioni frequenti, nausea e più raramente vomito. Può essere positivo il segno di Murphy.
- Forme francamente sintomatiche. Si manifestano con il tipico quadro della colica biliare.
Fattori di rischio
La calcolosi biliare è detta, in inglese, malattia delle quattro F: Female, Fat, Fertility, Fourty. Sono le donne in età fertile (intorno ai 40 anni) ad essere più a rischio. Altri fattori che aumentano la probabilità di sviluppo della patologia sono: ipertensione, dislipidemia, diabete, terapia con estrogeni e fibrosi cistica. Sebbene le cause precise non siano note, pare che più fattori eziologici possano portare a disfunzioni metaboliche del fegato e ad una conseguente alterazione nella composizione della bile.
Patogenesi
I calcoli pigmentati si formano per l’aumentata produzione di bilirubina insolubile non coniugata nella bile che precipita sotto forma di bilirubinato di calcio. Per questo tipo di calcoli sono fattori di rischio:
- anemia emolitica cronica;
- cirrosi etilica;
- infezione cronica delle vie biliari e infezione parassitaria;
- età avanzata.
Diagnosi
La diagnosi di calcolosi biliare si avvale degli esami clinici e laboratoristici e necessita sempre degli esami strumentali per la conferma diagnostica.
Esami laboratoristici
Gli esami di laboratorio hanno un valore poco significativo. In circa il 25% dei casi può dimostrare un aumento della bilirubina diretta (ittero colestatico), della γ-GT e della fosfatasi alcalina.
Ma negli ultimi tempi è comparso sul mercato un kit pronto all’uso per la determinazione colorimetrica semi-quantitativa dei componenti dei calcoli renali.
Questo kit è l’unico kit a fornire una risposta semi-quantitativa che consente di determinare la percentuale in cui una data sostanza è presente nel calcolo renale tramite una scala colorimetrica, e consente di identificare la composizione del calcolo tramite un regolo.