In Italia, nel 2006 sono stati effettuati ben 3.190 trapianti, mentre nel 2007 i trapianti sono scesi a 3.043.
Tutta colpa dell’aumento dei “NO” alla donazione!
Questo perché i parenti si oppongono al prelievo degli organi dei propri cari.
Le opposizioni al prelievo degli organi avvengono perché c’è una mancata diffusione di informazioni corrette sull’argomento.
Nel nostro Paese, la sensibilità nei confronti di questo tema è molto aumentata da quando, 40 anni fa, eravamo penultimi in Europa per numero di donatori.
Il 70-80 % degli italiani nel 2019, è favorevole alla donazione, siamo al terzo posto in Europa, dopo Spagna e Francia come numero di donatori; per qualità dei trapianti siamo addirittura al primo posto.
Oggi, quando una persona deceduta non ha dichiarato esplicitamente il consenso alla donazione degli organi, si chiede ai familiari la non opposizione al prelievo. «A volte per i familiari è una decisione difficile da prendere e in circa il 30% dei casi c’è un rifiuto» riferisce Massimo Cardillo, direttore del Centro Nazionale Trapianti (Cnt). «Mentre con il silenzio-assenso, nel momento in cui non si dichiara nulla, nessuno si può opporre. L’obiettivo però, continua, è quello di evitare contrapposizioni con i familiari e quindi informare bene tutti i cittadini. Così si sta facendo nei tre Paesi in cui il silenzio-assenso è in vigore, Gran Bretagna, Francia e Spagna».
Il consenso sulla carta d’identità.
Dal 2013 si può esprimere il consenso alla donazione degli organi anche sulla carta d’identità. In pratica, all’atto del rilascio o rinnovo del documento, ogni cittadino, compiuta la maggiore età, ha la possibilità di esprimere il proprio consenso o diniego alla donazione, sottoscrivendo un modulo consegnato dall’operatore dell’ufficio anagrafe. Il dato acquisito non viene indicato sul documento di identificazione, ma viene inviato direttamente in modalità telematica al Sistema Informativo Trapianti. Resta, comunque, la possibilità di modificare in seguito la propria volontà. Finora si sono attivati 24 comuni che hanno registrato 18.658 dichiarazioni di volontà: il 94,1% ha espresso un consenso e il 5,9% un opposizione.
Altri modi per esprimere il consenso.
La dichiarazione può essere rilasciata anche presso gli sportelli delle aziende sanitarie, aziende ospedaliere o ambulatori di medici di medicina generale, presso i Centri Regionali Trapianto, con una dichiarazione in carta libera, datata e firmata o con tessere predisposte (il tesserino blu inviato dal Ministero della Salute nel 2000, le tessere donor card delle Associazione di donatori e di pazienti) da conservare tra i propri documenti personali. Sinora sono stati raccolte oltre 140.000 dichiarazioni tramite le Aziende Sanitarie e più di 1.200.000 tramite l’Aido, l’Associazione italiana donatori organi, tessuti e cellule.
Un trapianto di cuore, fegato, rene non impedisce di “ritornare” ad una vita normale, anzi, quasi il 90 % dei pazienti può tornare al lavoro dopo l’intervento, recuperando la propria quotidianità.
Ognuno di noi può salvare delle vite, esprimendo il proprio sì alle donazioni.
La donazione è un’espressione di reciprocità e solidarietà.