Intolleranze alimentari: quali sono i test diagnostici davvero efficaci?

Una delle parole chiave di questi ultimi decenni è sicuramente: “intolleranze alimentari” e sono sempre più diffuse e in aumento tra la popolazione. Le cause sono tantissime e secondo le statistiche si sono triplicate negli ultimi 40 anni. Ma quali sono i test diagnostici davvero efficaci per individuarle?

Ogni reazione fastidiosa e nociva che insorge in seguito all’ingestione di alimenti, può essere inquadrata nel vasto capitolo delle reazioni avverse agli alimenti. 

Queste reazioni si suddividono in reazioni tossiche e non tossiche: 

Le reazioni tossiche sono quelle che si manifestano a seguito dell’ingestione di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti (metalli, additivi, insetticidi, tossine batteriche, micotossine, ecc.) e sono dose-dipendente, esse rappresentano le intossicazioni alimentari. Le reazioni non tossiche sono dovute ad ipersensibilità agli alimenti, sono reazioni imprevedibili che colpiscono soggetti predisposti e possono essere genetiche oppure acquisite (allergie alimentari ed intolleranze alimentari).


I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie: sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all’assunzione di un determinato alimento. Stiamo parlando, per esempio, di alcuni tra i disturbi più comuni come stanchezza, gonfiori, mal di testa, sfoghi sulla pelle, tosse, rinite, asma.

Le intolleranze possono essere di 3 tipi:

Intolleranze enzimatiche

Intolleranze farmacologiche

Intolleranze indefinite

 

INTOLLERANZE ENZIMATICHE

Sono determinate dalla mancata o scarsa produzione di specifici enzimi indispensabili per metabolizzare e rendere assimilabili alcune componenti alimentari. Questo difetto degli enzimi deputati al metabolismo di determinate sostanze generalmente è congenito, ma talvolta può essere acquisito nel tempo.

Le intolleranze alimentari su base enzimatica sono numerose e comprendono un certo numero di malattie che riguardano il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi. L’intolleranza enzimatica più frequente è quella al lattosio, una sostanza contenuta nel latte, la forma più comune di intolleranza al grano è la celiachia, un altro esempio di intolleranza dovuta alla carenza di un enzima è il favismo. 

INTOLLERANZE FARMACOLOGICHE

Si manifestano con una sintomatologia simile a quella delle allergie alimentari IgE mediate, ma se si eseguono esami di laboratorio e la ricerca di anticorpi specifici per alimenti i risultati sono negativi. Solitamente sono dovute all’assunzione di quantità elevate di alimenti contenenti sostanze farmacologicamente attive, tra cui l’istamina o sostanze istamino-liberatrici: la tiramina, la feniletilamina (amine biogene), la caffeina,la teofillina, l’alcol.

INTOLLERANZE INDEFINITE

Si manifestano quando un individuo mostra un iper-reattività nei confronti di sostanze presenti in determinati cibi, come gli additivi. Ogni alimento, al termine dei processi di produzione e di trasformazione, può contenere oltre ai principi nutritivi anche additivi alimentari e, talvolta, contaminanti immessi non intenzionalmente. Alcuni soggetti possono sviluppare intolleranze agli additivi, molecole naturali o di sintesi usate nell’industria alimentare allo scopo di migliorare l’aspetto e il gusto degli alimenti e la loro conservazione, consentite dalla legge. I sintomi si manifestano con prurito, orticaria, rinite, asma, cefalea ed emicrania.

 

DIAGNOSI INTOLLERANZE: TEST DIAGNOSTICI UTILI

La diagnosi di intolleranza alimentare è una diagnosi per esclusione: è possibile solo dopo aver indagato ed escluso un’allergia alimentare. L’indagine utilizzata per accertarla consiste nell’individuare l’alimento sospetto, eliminarlo dalla dieta per 2-3 settimane e poi reintrodurlo per altre 2-3 settimane. 

Se i sintomi scompaiono durante il periodo in cui viene abolito l’alimento e si ripresentano nel momento in cui viene reintrodotto nella dieta si tratta di una reazione avversa al cibo. A questo punto si verifica, attraverso test diagnostici, se è coinvolto il sistema immunitario e se si tratta pertanto di un’allergia; in caso contrario il disturbo è molto probabilmente dovuto a un’intolleranza.

 

TEST PER INTOLLERANZA ALIMENTARE

Intolleranze alimentari diagnosi

Per la celiachia esistono dei test di primo livello che sono basati sulla ricerca di anticorpi specifici nel siero del paziente:

dosaggio anticorpi IgA anti transglutaminasi tissutale (test di screening)

dosaggio anticorpi anti endomisio (test di conferma)

dosaggio anticorpi IgA e IgG anti peptidi deamidati della gliadina ( test per la fascia pediatrica e per il monitoraggio di soggetti in dieta aglutinata)

Test discriminanti nel soggetto adulto sono l’esofago-gastro-duodenoscopia le biopsie duodeno-digiunali, test che permettono di confermare la diagnosi grazie all’osservazione diretta delle lesioni a livello della mucosa dell’apparato digerente.

 

Per l’allergia al nichel si utilizza il patch test che consiste nel porre a contatto diretto della cute un preparato che contiene nichel. Se si sospetta una sindrome sistemica da nichel, dopo aver accertato la positività al patch test, è necessario procedere con una dieta di esclusione, molto complessa e difficoltosa, seguita da un test di provocazione.

Per la diagnosi di intolleranza al lattosio si utilizza il breath test per il lattosio. Durante il test il paziente assume una dose standardizzata di lattosio: a intervalli di tempo successivi vengono analizzati i gas espirati alla ricerca di picchi di idrogeno, la cui presenza indica fermentazione intestinale del lattosio non digerito.

La diagnosi di intolleranza farmacologica è essenzialmente anamnestica, mentre per le intolleranze da meccanismi non definiti può essere utile il Test di Provocazione, cioè la somministrazione dell’additivo sospettato (nitriti, benzoati, solfiti ecc). In sintesi l’iter diagnostico di un paziente con sospetta intolleranza alimentare dovrebbe prevedere un approccio multidisciplinare che coinvolga step by step lo specialista allergologo, gastroenterologo, per escludere patologie gastrointestinali, ed eventualmente dietologico, per la correzione delle abitudini dietetiche

 

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